Il rischio Rumore per la salute delle persone

Il rischio Rumore per la salute delle persone

casco

Che cos’è il Rumore?

Il rumore è un suono sgradevole ed è il risultato di energia meccanica emessa da una sorgente che si propaga in un mezzo.

Che cosa provoca il rumore?

L’ipoacusia da rumore: dipende da rumori e/o suoni che superano gli 80 dB e si instaura in quattro fasi:

  • ridotta capacità uditiva temporanea dopo esposizione a rumore (sensazione di orecchie ovattate)
  • apparente stato di benessere
  • difficoltà di percezione dei suoni acuti
  • difficoltà alla percezione della conversazione.

Il rumore può interessare altri organi? Sì, può determinare in particolare:

  • alterazioni alla frequenza cardiaca
  • modificazione della pressione arteriosa
  • modificazioni funzionali del sistema nervoso e neurovegetativo
  • alterazioni dell’apparato digerente.

Inoltre può contribuire all’aumento degli infortuni sul lavoro facendo diminuire l’attenzione e la concentrazione degli operatori e la percettibilità dei segnali acustici.

Come ci si difende?

Per prima cosa conoscendo il livello di rumorosità che si rileva attraverso l’analisi del posto di lavoro con l’uso di fonometri e rapportando i dati alla esposizione quotidiana dei soggetti nel tempo.

Inoltre ci si protegge anche attuando misure di prevenzione adeguate.

Già il titolo V bis della 626/94 prevedeva criteri differenti a seconda dell’esposizione e della pressione sonora.

Il D.Lgs.81/08 interviene in modo innovativo per quanto concerne:

  • Il campo di applicazione;
  • I valori limite che fanno scattare l’azione;
  • La valutazione dei rischi;
  • La segnalazione dei luoghi di lavoro;
  • La sorveglianza sanitaria;
  • I dispositivi di protezione individuale
  • L’informazione e la formazione dei lavoratori
  • I metodi e gli strumenti di misura
  • Le sanzioni.

Prevede infatti:

  • Valori limite di esposizione: livelli di esposizione il cui superamento e vietato.
  • Valori superiori ed inferiori di esposizione che fanno scattare l’azione: valori a partire dai quali devono essere attuate specifiche misure di tutela dei soggetti esposti.

Questi valori sono riferiti:

  • Alla esposizione giornaliera (LEX,8H)
  • Alla pressione acustica di picco (Ppeak).

Il D.L. deve tenere conto della attenuazione prodotta dall’uso dei DPI e in particolare se si superano i valori limite di 87 dB(A) dovrà ricalcolare il livello di esposizione considerando l’attenuazione prodotta dal DPI che non deve essere nè troppo bassa nè troppo alta per evitare sensazioni di “ambiente ovattato” che possono generare non solo un rischio per la sicurezza impedendo di udire segnali di avvertimento, ma anche un disagio psicologico.

Occorre tenere conto non solo del livello, tipo e durata della esposizione ma anche di:

  • Effetti sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore;
  • Interazioni tra rumore e sostanze ototossiche e fra rumore e vibrazioni
  • Interazione tra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati ai fini della sicurezza;
  • Le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria;
  • La disponibilità di idonei DPI.

Rimane valido quanto stabilito dal D.Legs. 277/91 sulla necessità di effettuare la valutazione del rumore quando si superano gli 80 dB (A), tale obbligo si estende quando possono essere superati i 135 dB(C) di pressione acustica.

La VdR va effettuata a opportuni intervalli (non definiti dalla norma).

La valutazione e le misurazioni vanno fatte almeno ogni quattro anni (come per tutti i rischi fisici).

I DPI:

  • Vanno forniti quando vengono superati i valori inferiori (80 dB(A) e 135 dB(C))
  • Vanno indossati quando si raggiungono i valori superiori (85 dB(A) e 137 dB(C))

Il TU non fa chiarezza rispetto ai criteri di scelta dei DPI.

Quali sono i tipi di DPI?

Inserti: ovatte speciali di lanapiuma e filtri acustici di materiale plastico da introdurre nel condotto uditivo in caso di esposizioni non superiori a 95 dB;

Cuffie: adatte per esposizioni prolungate, più efficaci degli inserti, permettono l’ascolto della voce di conversazione;

Caschi: indicati per attività particolarmente rumorose (ingombranti e non garantiscono l’ascolto della voce di conversazione).

Come si può ridurre il rumore alla sorgente?

  • Isolamento della sorgente con materiali fonoassorbenti;
  • smorzamento delle vibrazioni
  • rivestimento dei locali
  • manutenzione continua delle macchine tramite corretta lubrificazione e tempestiva sostituzione di pezzi usurati.

Per la corretta valutazione dei livelli di rumore e la corretta applicazione di tutti gli interventi è bene consultare un esperto di consulenza ambientale che conosca ogni normativa, sappia realizzare le corrette analisi degli ambienti di lavoro e definisca, insieme all’azienda un piano attuativo per tutelare il lavoratore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.